17 di ghjugnu di u 1943 : Giusti è Mondoloni avanti ragazzi di budapest
o jg un riesci mancu a apreti a u talianu e a l'italia perche si statu impuzzicatu da dui seculi di prupaganda culuniale allora pensa l'apertura a l'altre culture:u talianu un e mica statu imparatu a a scola postu chi un ci n'era. era a lingua a piu vicina di u corsu e percio chi per noi corsi e un piace di parla sta lingua e d'esse capitu da sessanta millioni di personne.DI A STESSA MANERA UN AVEMU BISOGNU DI DOCUMENTI D'IDENTITA PER ESSE ETNICAMENTE TALIANI. DIFFICIULE DA CAPI PER UN CERBELLU FRANCESE MA CUME U CUMUNISMU E SVANITU NE U RUMENZULAGHJU DI A STORIA A REPUBLICA FRANCESE PER A QUALE SO MORTI I TO AMICHI DI U PCF E VICINA A U TRAMONTU E SERA SUSTUITA DA UN'AUROPA DI I POPULI.PECCATU PER VOI SI CHJAMA U RITORNU DI A REALITA.ERI OGHJE SEMPRE FRANCIA E CUMUNISTI INFAMI.
sardu
Bravu acquaviva...VIVE LA CORSE LIBRE ET INDIPENDANTE
avanti ragazzi di budapest
e a sardegna libera e indipendente di l'italia.E BONA NOTA A TUTTI ANCU A JG
avanti ragazzi di budapest
BONA NOTTE SCUSATE!!!!!
antonio moccia di ferrazzano
Bona notte a tutti
J G
Poveru di tè o Aquaviva ch'intrateni l'odiu contru a i francese d'oghje chi un ci sô per nonda per via di Luigi piombu , Napulione era di famiglia genuese e a sceltu a Francia pe fassi valè e tu d'origine napulitanu voli volta cun l'italia pe via ch'ellu ti si ronzega l'odiu , Si Napoli t'attira c'aspetti per andaci
Attenti chi a to memoria selettiva un ti porti in prigio cume i poveri tonti zuccuti chi hanu tombatu un prefetu ghjustu pe passà u so puntu credendu di scambià a misa cun due pistolitate e assai imbecilità E voi sardi corsi o corsi taliani occupatevi di i vostri affari micca di i nostri sardu
O JG...MA TI SENTI DI E CUNNERIE CHI TU DICI....MAVAFFANCULO TU A FRANCIA E TO STUPIDITA...MORA CUSI UNA LINGUA...NAPULIO...PE.FASSI VALE...MA CHI STRUNZATA...GRAZIE A GHJENTE CUME TE CHI QUESS IISOLA VA A MORE...APPUNTU SI U FRANCESE...MIKA CORSU..
sardu
Socu piuCORSU EIU DI TE...A FRANCIA FORA...ITALIA FORA...E CORSI IMBECILLI CUME TE FORA...vivaA SARDEGNA E CORSICA LIBBERE...DA GHJENTE CUME TE
Altru sardu
Sardu non si sente Italianu ma la maggior parte dei Sardi, grazie al cielo, non la pensa come lui. Viva la Sardegna, La Corsica e L'Italia tutta
Altru sardu
L’italiano e il còrso hanno vissuto insieme per secoli, sull’isola. Pasquale De’ Paoli, “U Babbu di a Patria” scrisse “[noi còrsi] ci sentiamo italiani per lingua, costumi e PasqualeDePaoli-IsolaRossa-stradizioni”. E in italiano scrisse la Costituzione della Repubblica Corsa, proclamata nel 1755, di cui era anche lingua ufficiale. Ricordiamo che all’epoca non esisteva uno Stato italiano unitario, che arrivò più di cento anni dopo. La lingua di Dante ha continuato ad essere di casa in Corsica anche in tempi più recenti. Molti di voi avranno nonni o bisnonni che sulle botti e le damigiane scrivevano “vino” con la o, a non “vinu”, magari senza sapere esattamente il perché, ma semplicemente perché sapevano che così andava scritto.
http://corsicaoggi.altervista.org/sito/perche-in-italiano/ avanti ragazzi di budapest
ACQUAVIVA E NIULINCU O JG PURU SE UN MI OFFENDE DI E TO APPROSSIMAZIONE:VOI CORSI FRANCUMUNISTI AVITE SEMPRE l'ABITUDINE DI FA A PULIZIA NANTA A PIAZZETTA E DI MANDA L'UNU A OCCUPASSI DI I SO AFFARI L'ATRU A CHJODESILA.VERAMENTE SI VEDI DA QUALE FECCIA DI PARTITU VENI.FA U CONTU TU SUSTENI U PAESE CHI HA BRUSGIATU IMPICCATU E DEPURTATI I NOSTRI E EIU SO PER A FRATELLANZA CU I NOSTRI VICINI FRATELLI: CIO CHE TU DICCI FASTIDIOSAMENTE E ARIA FRITTA CAMPATA IN CELU UN BEL NULLA.DUNQUE FAMI PIACE UN T'AGHJU ASPETTATU PER SAPE QUALE E U MIO PAESE E SEMAI OCCUPATI DI L'AFFARI TOI.A ONORE DI U VERU SAPIA CHE NABULIONE ERA D'ORIGINE TOSCANA E CH'ELLU HA FATTA A GLORIA DI U TO PAESE MICA DI U MEIU .SULIDARITA CU SARDU E ALTRU SARDI UN VI LITICATE !
sardu
ALTRU SARDU EVITA DI DIRE CAZZATTE...PERCHE SEI UN SARDO SERVO DI QUELLO STATO CHE NON TI APPARTIENE...UN ALTRO IMBECCILLE SARDO CHE SI ACCONTENTA DEL..."MA QUANTO E BELLA LA.SARDEGNA"....SVEGLIATI...LA MAGGIOR LARTE DEI SARDI SAREBBE CONTENTISSIMA
sardu
Di ESSERE INDIPENDENTE...SOLO CHE NON HANNO I COGLIONI DI MOLTI CORSI PER CHIEDERLA...PERCHE TU MAGARI STAI BENE...SE FOSSIMO INDIPENDENTI MEGLIO...ITALIA FORA A VITA
sardu
E DIMMI ALTRU SARDU COSA CAVOLO CENTRIAMO NOI CON L ITALIA...COLONIA...VI RIEMPONO MAGARI CON CAZZATTE DEL.TIPO...IL BEL PAESE...
antonio moccia di ferrazzano
Ma se fossimo tutti uniti contro ogni colonizzatore, non sarebbe meglio?
Altru sardu
Sardu, non sai neanche di cosa stai parlando, posso anche rispettare la tua idea, ma come gran parte dei sardi (molti dei quali hanno varie origini e provenienze da tutte le regioni di Italia e non solo, ed altrettanti abitano in massa nella penisola) SONO ITALIANO, così come lo erano Gramsci, Berlinguer, Lussu, Mameli (quello dell'inno) e tutti coloro che hanno lottato per avre un popolo unito e del quale avrebbe potuto far parte anche la Corsica.
Se sei complessato ed hai problemi di convivenza il problema è solo tuo, ma non parlare a nome dei Sardi e della Sardegna, bensì a nome tuo. sardu
UNO....LUSSU ERA UN INDIPENDENTISTA....MAMELI ERA GENOVESE....I SARDI HANNO ORIGINE DA SPAGNA ITALIA AFRICA E NORD EUROPA...E NON DIRE ERESIE PERCHE TU VORRESTI ESSERE SOLO SCHIAVO DI UN ITALIETA DI CUI SAI BENISSIMO CHE CI SFRUTTA....ELEONORA D ARBO
sardu
Eleonora d ARBOREA E LA VERA PALADINA DEI SARDI...DELEDDA...I SARDI VIVREBBERO BENISSIMO SE SI RENDESSERO CONTO IN QUALE PAESE VIVONO...E CREDIMI CHE SI SENTONO PIU INDIPENDENTISTI SE SOLO CI FOSSE LA.VERA OCCASIONE...QUIND00I TACI ITALIOTA
sardu
NOI CON L ITALIA NO CENTRIAMO NIENTE....PUNTO E BASTA
Altru sardu
Per Sardu un po di storia medievale:
L’ELEMENTO ITALIANO Se avessimo voluto procedere in un ordine strettamente cronologico, avremmo dovuto parlare dell’elemento italiano prima che di quello catalano-spagnolo, giacché l’influenza italiana si fa già sentire negli antichi documenti e diviene preponderante durante la dominazione pisana nel mezzogiorno dell’isola; ma abbiamo preferito differirne la trattazione fin qui, perché l’influenza italiana non è mai completamente cessata, quantunque durante la dominazione spagnola sia stata scarsa e repressa217, e tanta più importanza ha assunto nei tempi moderni, dacché la Sardegna è tornata nel seno della comunità italiana. Nel primo capitolo, in cui abbiamo tracciato la storia dell’isola a larghe pennellate, abbiamo esposto come la Sardegna, abbandonata a se stessa dalla fine del dominio bizantino fino al principio del sec. XI, cominci, dopo la vittoria delle repubbliche di Pisa e Genova sopra i Saraceni (1016), a uscire dal suo isolamento secolare e a riallacciarsi al continente italiano, col quale durante il medioevo non era stata in relazione, se non per la soggezione ecclesiastica verso la Santa Sede. Dopo quella vittoria le due repubbliche cominciano a insinuarsi nelle faccende dell’isola e si contendono il predominio commerciale e l’influenza politica. Tutte e due ottennero numerosi privilegi dai giudici, e molti cittadini pisani e genovesi si stabilirono nell’isola e fondarono nelle città i loro fondaci, dove, insieme alla mercanzia, esercitavano su larga scala l’usura. «Potenti per ricchezze, pei legami dell’usura, e per l’appoggio che veniva loro dal di fuori, portavano nei vecchi giudicati lo spirito dei tempi nuovi, il soffio delle libertà comunali, esercitando una azione disgregatrice nello stato che li ospitava»218. Essi godevano di numerosi privilegi commerciali e di franchigie doganali per le loro merci. Di un tale privilegio si tratta già nella carta del 1080-85, conservata nell’Archivio di Stato di Pisa219, in cui il giudice dice: Ego iudice Mariano de Lacon fazo istam carta ad onore de omnes homines de Pisas pro xu toloneu ci mi pecterunt: e ego donolislu pro ca lis so ego amicu caru e itsos a mimi. Molti operai, soprattutto minatori e scalpellini, vennero dalla Toscana in Sardegna e costrussero in molti luoghi, per ordine dei giudici o di famiglie nobiliari, le chiese di stile pisano che ancora oggi, situate spesso in regioni ormai brulle e incolte, testimoniano dell’attività e della crescente cultura di quell’epoca felice. I Genovesi esercitarono la loro influenza soprattutto nella parte settentrionale, grazie anzitutto alla famiglia Doria; i Visconti toscani si stabilirono nel giudicato di Gallura e si insinuarono anche nel Logudoro e nel giudicato di Cagliari. Sono anche pisani i marchesi di Massa e Capraia, i conti di Donoratico e della Gherardesca, i Porcari e i Bolgheri, che estendono i loro rapporti nei giudicati di Cagliari e di Arborea. La prevalenza che avevano i Genovesi in Corsica permise loro di guadagnare maggiore influenza nella parte settentrionale della Sardegna. Sotto la protezione di Genova si dichiarò indipendente nel 1276 la città di Sassari e fondò una repubblica sul modello dei comuni continentali, la quale conservò la sua indipendenza fino alla conquista da parte degli Aragonesi, ma ebbe confermati anche da questi i suoi statuti. Dopo la conquista del giudicato di Cagliari per opera di Oberto di Massa (1256), la civiltà italiana penetrò largamente e dominò nella capitale e nel bacino minerario di Iglesias. Il giudicato di Cagliari fu diviso in tre parti di cui una toccò al conte di Capraia, una al conte della Gherardesca ed una ai Visconti, ma Pisa si riservò il diritto di sovranità su tutte e tre. L’epoca pisana segna per la capitale e tutto il Mezzogiorno un periodo di floridezza e di prosperità; allora sorsero le magnifiche opere di fortificazione, la cattedrale ed altri edifici di Cagliari, sicché si può dire con Dionigi Scano che «per vedere le più belle torri di Pisa è necessario portarsi a Cagliari, munita dalla prospera repubblica del Tirreno di poderosi baluardi e tenuta non come conquista di guerra, ma come città amata, Chara communi Pisano». Non può quindi stupire che già in quell’epoca elementi italiani fossero penetrati in sardo: Scrive una risposta
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