17 di ghjugnu di u 1943 : Giusti è Mondoloni Altru sardu
Sardu non si sente Italianu ma la maggior parte dei Sardi, grazie al cielo, non la pensa come lui. Viva la Sardegna, La Corsica e L'Italia tutta
Altru sardu
L’italiano e il còrso hanno vissuto insieme per secoli, sull’isola. Pasquale De’ Paoli, “U Babbu di a Patria” scrisse “[noi còrsi] ci sentiamo italiani per lingua, costumi e PasqualeDePaoli-IsolaRossa-stradizioni”. E in italiano scrisse la Costituzione della Repubblica Corsa, proclamata nel 1755, di cui era anche lingua ufficiale. Ricordiamo che all’epoca non esisteva uno Stato italiano unitario, che arrivò più di cento anni dopo. La lingua di Dante ha continuato ad essere di casa in Corsica anche in tempi più recenti. Molti di voi avranno nonni o bisnonni che sulle botti e le damigiane scrivevano “vino” con la o, a non “vinu”, magari senza sapere esattamente il perché, ma semplicemente perché sapevano che così andava scritto.
http://corsicaoggi.altervista.org/sito/perche-in-italiano/ avanti ragazzi di budapest
ACQUAVIVA E NIULINCU O JG PURU SE UN MI OFFENDE DI E TO APPROSSIMAZIONE:VOI CORSI FRANCUMUNISTI AVITE SEMPRE l'ABITUDINE DI FA A PULIZIA NANTA A PIAZZETTA E DI MANDA L'UNU A OCCUPASSI DI I SO AFFARI L'ATRU A CHJODESILA.VERAMENTE SI VEDI DA QUALE FECCIA DI PARTITU VENI.FA U CONTU TU SUSTENI U PAESE CHI HA BRUSGIATU IMPICCATU E DEPURTATI I NOSTRI E EIU SO PER A FRATELLANZA CU I NOSTRI VICINI FRATELLI: CIO CHE TU DICCI FASTIDIOSAMENTE E ARIA FRITTA CAMPATA IN CELU UN BEL NULLA.DUNQUE FAMI PIACE UN T'AGHJU ASPETTATU PER SAPE QUALE E U MIO PAESE E SEMAI OCCUPATI DI L'AFFARI TOI.A ONORE DI U VERU SAPIA CHE NABULIONE ERA D'ORIGINE TOSCANA E CH'ELLU HA FATTA A GLORIA DI U TO PAESE MICA DI U MEIU .SULIDARITA CU SARDU E ALTRU SARDI UN VI LITICATE !
sardu
ALTRU SARDU EVITA DI DIRE CAZZATTE...PERCHE SEI UN SARDO SERVO DI QUELLO STATO CHE NON TI APPARTIENE...UN ALTRO IMBECCILLE SARDO CHE SI ACCONTENTA DEL..."MA QUANTO E BELLA LA.SARDEGNA"....SVEGLIATI...LA MAGGIOR LARTE DEI SARDI SAREBBE CONTENTISSIMA
sardu
Di ESSERE INDIPENDENTE...SOLO CHE NON HANNO I COGLIONI DI MOLTI CORSI PER CHIEDERLA...PERCHE TU MAGARI STAI BENE...SE FOSSIMO INDIPENDENTI MEGLIO...ITALIA FORA A VITA
sardu
E DIMMI ALTRU SARDU COSA CAVOLO CENTRIAMO NOI CON L ITALIA...COLONIA...VI RIEMPONO MAGARI CON CAZZATTE DEL.TIPO...IL BEL PAESE...
Altru sardu
Sardu, non sai neanche di cosa stai parlando, posso anche rispettare la tua idea, ma come gran parte dei sardi (molti dei quali hanno varie origini e provenienze da tutte le regioni di Italia e non solo, ed altrettanti abitano in massa nella penisola) SONO ITALIANO, così come lo erano Gramsci, Berlinguer, Lussu, Mameli (quello dell'inno) e tutti coloro che hanno lottato per avre un popolo unito e del quale avrebbe potuto far parte anche la Corsica.
Se sei complessato ed hai problemi di convivenza il problema è solo tuo, ma non parlare a nome dei Sardi e della Sardegna, bensì a nome tuo. sardu
UNO....LUSSU ERA UN INDIPENDENTISTA....MAMELI ERA GENOVESE....I SARDI HANNO ORIGINE DA SPAGNA ITALIA AFRICA E NORD EUROPA...E NON DIRE ERESIE PERCHE TU VORRESTI ESSERE SOLO SCHIAVO DI UN ITALIETA DI CUI SAI BENISSIMO CHE CI SFRUTTA....ELEONORA D ARBO
sardu
Eleonora d ARBOREA E LA VERA PALADINA DEI SARDI...DELEDDA...I SARDI VIVREBBERO BENISSIMO SE SI RENDESSERO CONTO IN QUALE PAESE VIVONO...E CREDIMI CHE SI SENTONO PIU INDIPENDENTISTI SE SOLO CI FOSSE LA.VERA OCCASIONE...QUIND00I TACI ITALIOTA
sardu
NOI CON L ITALIA NO CENTRIAMO NIENTE....PUNTO E BASTA
Altru sardu
Per Sardu un po di storia medievale:
L’ELEMENTO ITALIANO Se avessimo voluto procedere in un ordine strettamente cronologico, avremmo dovuto parlare dell’elemento italiano prima che di quello catalano-spagnolo, giacché l’influenza italiana si fa già sentire negli antichi documenti e diviene preponderante durante la dominazione pisana nel mezzogiorno dell’isola; ma abbiamo preferito differirne la trattazione fin qui, perché l’influenza italiana non è mai completamente cessata, quantunque durante la dominazione spagnola sia stata scarsa e repressa217, e tanta più importanza ha assunto nei tempi moderni, dacché la Sardegna è tornata nel seno della comunità italiana. Nel primo capitolo, in cui abbiamo tracciato la storia dell’isola a larghe pennellate, abbiamo esposto come la Sardegna, abbandonata a se stessa dalla fine del dominio bizantino fino al principio del sec. XI, cominci, dopo la vittoria delle repubbliche di Pisa e Genova sopra i Saraceni (1016), a uscire dal suo isolamento secolare e a riallacciarsi al continente italiano, col quale durante il medioevo non era stata in relazione, se non per la soggezione ecclesiastica verso la Santa Sede. Dopo quella vittoria le due repubbliche cominciano a insinuarsi nelle faccende dell’isola e si contendono il predominio commerciale e l’influenza politica. Tutte e due ottennero numerosi privilegi dai giudici, e molti cittadini pisani e genovesi si stabilirono nell’isola e fondarono nelle città i loro fondaci, dove, insieme alla mercanzia, esercitavano su larga scala l’usura. «Potenti per ricchezze, pei legami dell’usura, e per l’appoggio che veniva loro dal di fuori, portavano nei vecchi giudicati lo spirito dei tempi nuovi, il soffio delle libertà comunali, esercitando una azione disgregatrice nello stato che li ospitava»218. Essi godevano di numerosi privilegi commerciali e di franchigie doganali per le loro merci. Di un tale privilegio si tratta già nella carta del 1080-85, conservata nell’Archivio di Stato di Pisa219, in cui il giudice dice: Ego iudice Mariano de Lacon fazo istam carta ad onore de omnes homines de Pisas pro xu toloneu ci mi pecterunt: e ego donolislu pro ca lis so ego amicu caru e itsos a mimi. Molti operai, soprattutto minatori e scalpellini, vennero dalla Toscana in Sardegna e costrussero in molti luoghi, per ordine dei giudici o di famiglie nobiliari, le chiese di stile pisano che ancora oggi, situate spesso in regioni ormai brulle e incolte, testimoniano dell’attività e della crescente cultura di quell’epoca felice. I Genovesi esercitarono la loro influenza soprattutto nella parte settentrionale, grazie anzitutto alla famiglia Doria; i Visconti toscani si stabilirono nel giudicato di Gallura e si insinuarono anche nel Logudoro e nel giudicato di Cagliari. Sono anche pisani i marchesi di Massa e Capraia, i conti di Donoratico e della Gherardesca, i Porcari e i Bolgheri, che estendono i loro rapporti nei giudicati di Cagliari e di Arborea. La prevalenza che avevano i Genovesi in Corsica permise loro di guadagnare maggiore influenza nella parte settentrionale della Sardegna. Sotto la protezione di Genova si dichiarò indipendente nel 1276 la città di Sassari e fondò una repubblica sul modello dei comuni continentali, la quale conservò la sua indipendenza fino alla conquista da parte degli Aragonesi, ma ebbe confermati anche da questi i suoi statuti. Dopo la conquista del giudicato di Cagliari per opera di Oberto di Massa (1256), la civiltà italiana penetrò largamente e dominò nella capitale e nel bacino minerario di Iglesias. Il giudicato di Cagliari fu diviso in tre parti di cui una toccò al conte di Capraia, una al conte della Gherardesca ed una ai Visconti, ma Pisa si riservò il diritto di sovranità su tutte e tre. L’epoca pisana segna per la capitale e tutto il Mezzogiorno un periodo di floridezza e di prosperità; allora sorsero le magnifiche opere di fortificazione, la cattedrale ed altri edifici di Cagliari, sicché si può dire con Dionigi Scano che «per vedere le più belle torri di Pisa è necessario portarsi a Cagliari, munita dalla prospera repubblica del Tirreno di poderosi baluardi e tenuta non come conquista di guerra, ma come città amata, Chara communi Pisano». Non può quindi stupire che già in quell’epoca elementi italiani fossero penetrati in sardo: Altru sardu
Eleonora D'arborea si era sposata un genovese, e son stati gli arborea che a causa delle loro lotte intestine hanno promosso l'arrivo degli aragonesi riportandoci indietro di 500 anni... Studia.
Altru sardu
Malgrado ciò, durante il dominio spagnolo, le relazion
culturali col continente italiano non cessarono completamente: studenti sardi frequentarono le università italiane non meno che le spagnole; vi furono poeti che si servirono della lingua italiana, come il ricordato Delitala, e monaci e commercianti italiani visitarono l’isola anche durante quel periodo e vi fissarono stabile dimora235. Ma dopo la riunione della Sardegna col regno d’Italia l’influenza culturale italiana, e quindi anche quella linguistica, cominciò a rinsaldarsi sardu
E QUINDI CI FA DEGLI ITALIANI!!! PERCHE ELEONORA SPOSO UN GENOVESE NON CREDO CHE VOLETTE CONCEDERE LA SARDEGNA A GENOVA2 LA SARDEGNA ERA OPRESSA DA QUALSIASI INVASORE CHE SIA SPAGNOLO O PISANO3 L ITALIANO HA INFLUENZATO TANTE LINGUE...E TI RICORDO
sardu
Ti RICORDO CHE IL SARDO E UNA LINGUA DI NEOLATINA...DICEVA ANCHE UN CERTO DANTE ALIGHIERI CHE LA SARDEGNA NON RIENTRAVA NELLE LINGUE ITALICHE...MA ITALICHE NEL SENSO LATINIZZATA...E SI...VISTO CHE IL SARDO E NATO ORIMA DEL LATINO...NON SERVE SOLO A
sardu
A RICORDARE CERTI ARGOMENTI...MA ANCHE A CAPIRLI..SIGNOR PROFESSORE ITALIOTA
sardu
Volesse*
Altru sardu
Quello che fa di noi Italiani è esattamente quello che fa dei Siciliani o dei Trentini, tremila anni di storia comune, dagli etruschi in poi, passando per i Romani, già 2000 anni fa parlavamo tutti la stessa lingua ed eravamo un popolo unico di mille etnie diverse, tanti dialetti italiani hanno parole e modi simili al sardo, le due righe che ho allegato sono estratti dal Wagner, ma puoi leggere anche Toso (la Sardegna che non parla Sardo).
Non giudicare male chi non la pensa come te, l'italia è un grande paese che ha contribuito non poco nell'evoluzione dell'umanità, con una storia variegata e complessa; se non rititieni di esserne parte mi spiace per te, magari un giorno cambierai Idea. sardu
ALTRU SARDU...NON VUOL DIRE PERCHE L ITALIA E UN GRANDE PAESE CN MILLE DIALETTI...DI CUI IL SARDO NON LO E...E PERCHE SIAMO VICINI CHE SIAMO UN UNICO PAESE...IO NON NE FACCIO PARTE PERCHE NON SONO ITALICO...SIAMO SOLO STATI CONQUISTATI...MA QUANDO
sardu
PENSANO ALL ITALIA PENASANO ALLA SARDEGNA????
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