Scandula hè in perìculu Michè
ùn face tantu ride, st'articulu. Induv'hè l'estru scurrettu è gattivu di u blog?
Grossu panzutu
Da qui a 20 o 30 anni essenza ùn ci ne sera piu! Vale a di chi ci sera nanzu una crisa energetica tremenda! Tandu si calmeranu incu u turisimu i pumadaghji i camping car i jet ski e i quad! "Teni lu to castagnetu un ghjornu ti ghjuvera" dicia Carlu Rocchi!
merdusò
O corsu, sarebbe ora di piantà di fà un turisimu cum'è ind'è l'anni 70 è di cambià sta mentalità fragica di u "travagliemu 2 mesi è pò ci n'andemu in Bali !"...
ANTO
So Corsi (?) chi hannu messu u paese a caternu ,quelli chi vendenu u figatellu e u prisuttu chinèse ,quelli qui stampanu u mondu vendendu puzzicheghji a prezzu di sangue e quelli chi pruvitanu di u "sistèmu" culuniale tuttu dicendusi corsi .A sola cosa chi conta oghje in stu paese hè u sulacciu e qui un'avemu nunda a imbiglia a i pinzuti !
pillotto
La prima volta che ho visto Girolata, dopo aver percorso a piedi la strada da Porto e aver disceso una mulattiera di un paio d'ore, eravamo nel 1971 o nel 1972.
Le famiglie dei pescatori e dei contadini che abitavano il piccolissimo insediamento erano in agitazione perché i loro figli non potevano frequentare tutti i giorni la scuola a causa dell'incertezza del collegamento marittimo con Porto o Galeria. Con gli anni Girolata (e la Scandola, ma anche le calanche di Piana.....) mi si e' degradata sotto gli occhi. Una volta a Porto il fiume era ancora un fiume e non un porto/canale per i gommoni delle scuole di scuba-diving; gli eucalipti erano una foresta buona per i maiali e per il camping sauvage (ci furono anche dei morti, negli anni successivi, per i rami caduti)e non il parcheggio dei "ristoranti della rive gauche" e nelle capanne sulla spiaggia si poteva bere un casanis in compagnia di qualche pescatore e non, come oggi, mangiare improbabili cucine franco/corso/maghrebine. Ma, da quel che vedo, si e' risolto il problema della scuola: non ci sono più bambini a Girolata, né contadini. Ma ci sono, se non ho visto male, alcuni corsi diventati assai piu' ricchi a furia di trasportare frotte di turisti su battelli sempre più grandi "alla scoperta della natura selvaggia" della Scandola e, se non vado errato, molti altri corsi - persino da Aiaccio e dalla Balagna - che tutti i giorni fanno i soldi con il turismo "mordi e fuggi" di Girolata e della Scandola. Forse, e lo dice un italiano (quindi, per definizione un "furesteru"; anzi, peggio: uno "strangeru"....), l'orgogliosa rivendicazione della diversità corsa, che tante volte leggo sul sito, più che sul solo diritto di nascita o di sangue dovrebbe basarsi anche sul dovere dell'amore e del rispetto per la propria isola.... Scrive una risposta
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