FB : A Corsica hà datu l'idee à a Sardegna

 b.
Sàbatu u 3 di Ghjenaghju 2015

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Albania del Nord (parte ghega): isola calcarea di Sarda dove si trovano i resti della omonima città che si trova nel lago artificiale "Liqeni Vau i Dejes" (Ishulli Shurdhahit. Albania) a trenta chilometri a Est da Scutari e qui abitava 4000 anni fa il clan o la tribù pelasgica dei sardiates. Qui fu la città più importante del territorio durante il periodo bizantino, oggi è diroccata ma restano i resti delle antiche chiese e delle mura. Gli etruschi e i sardo-corsi hanno la stessa origine.
Gli etruschi arrivarono in Toscana e i sardi arrivarono in Sardegna forse intorno al secondo millennio avanti Cristo. // Albania de su Nord (banda ghega): "Liqeni Vau i Dejes. Ishulli Shurdhahit. Albania", Vau cheret narrere Bau o Bacu che a su sardu, s'agatat in googleearth e est una bratza o lagu artifitziale a presu de Iscutari (a Est de Iscutari), Iscutari si narat Shkoder in albanesu e Ishcodora in arvareshu, propriu in pitzu de cust'isula de pedra bianca (foto) s'agatant sas ruinas de sa tzitade de Sarda chi in albanesu si mutit Shurda in mesu a su territoriu inue biviat su clan de sos sardiates. Fiat sa tzitade prus importante de custu territoriu cun sos bizantinos e bi sunt galu sas ruinas de sas cresias e de sos muros de sa tzitade. Como nch'est isperdida e derruta. Sardos-corsicanos e etruscos ant sa matessi raighina. Sos etruscos sunt arribados a Toscana e sos sardos sunt arribados a Sardigna badde a intundu de su sigundu millenniu innantis de Cristos .
 b.
Sàbatu u 3 di Ghjenaghju 2015

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Quando Sardi e Albanesi si capivano: un riassunto di dieci anni di ricerche

di Alberto Areddu


Circa venti anni fa, al tempo disponevo di un solo strumento di albanese, un piccolo ma fortunato vocabolarietto di Leotti, iniziai ad interessarmi delle possibili relazioni del sardo con l’albanese. Sapevo che l’albanese era una lingua a sé, che aveva subito, al suo interno, molti influssi greci, latini, turchi e slavi, ma sapevo anche che rimaneva uno “zoccolo duro” di parole che avevano attratto l’attenzione di Max Leopold Wagner, studioso tedesco che si era interessato con lavori pregevoli, del sardo. All’inizio me ne interessai anch’io per trovare delle correlazioni di ambito romanzo (cioè neolatine), successivamente per trovare delle spiegazioni per quelle parole sarde, che non avendo a che fare col latino, lo stesso Wagner aveva bollato come prelatine e appartenenti alla lingua originaria dei paleosardi, che da migliaia di anni in alcune zone della Sardegna (Ogliastra e Barbagia) sopravvivono. Queste parole lasciate alla fantasia interpretativa degli studiosi locali trovavano a lor detta ora corrispettivi semitici, ora sumeri, ora etruschi, ora financo baschi. Il tutto basato sul gioco delle assonanze e non del confronto formale e semantico.

Fu così che sul piano dei realia trovai delle parole che mettevano decisamente in comunicazione paleosardo e albanese.. Orbene: come spiegare infatti che in Ogliastra il pane di terra e l’argilla son detti trocco e in albanese dialettale trokë vuol dire ‘terra’? Come spiegare altrimenti che il misterioso eni, enis ‘albero del tasso’ non sia fratello dell’albanese enjë che vale la stessa cosa? Come chiudere gli occhi dinnanzi al fatto che con àlase si indica una pianta spinosa come l’ilex aquifolium, e che in albanese abbiano hàlëzë per indicare ‘spina, piccola spina’ ?

Queste e tante altre connessioni, chi mi segue nel mio sito avrà potuto rendersi conto non essere delle mere casualità. Insomma non stavo trovando delle parole che sotto sotto potevano esser dei latinismi nascosti, perché queste parole erano unanimemente considerate dagli studiosi di sardo come prelatine, e le corrispettive albanesi, presso gli studiosi di albanese, invece come autoctone, appartenenti a quello zoccolo di parole risalenti alle antichità formative dell’albanese.

Ora come è noto, l’albanese è sottoposto da parte dei critici a diverse interpretazioni riguardo la sua costituzione storica: chi vede, come lo Jokl alla sua base la mistione di trace e di illirico, chi (la maggior parte) pensa alla continuazione dell’illirico, chi del trace. Io penso che l’albanese come il paleosardo continui il paleoillirico, una lingua pregreca, costituita da diversi dialetti indoeuropei (tra cui uno premiceneo come l’eolico), che è collassata intorno al 1500 a.C., con l’affermazione dei Micenei in Grecia, ma che ha lasciato tracce, come individuato da Giuliano Bonfante, nel pantheon ellenico e in qualche termine dialettale del greco. Sconfitti e assimilati in quelle parti della Grecia, che pur confusamente gli storici Greci avevano denominato “pelasgiche” (Attica, Tessaglia, Epiro), in altre parti, dall’Istria in giù, il paleoillirico sviluppandosi a contatto di nuove realtà storiche si evolse poi in diverse forme di illirico locale. Gli esiti di s- iniziale indoeuropeo in albanese (z-; sh-; Ø; v-; gj-) o di sk- iniziale, ci mostrano coi loro variegati esiti che non c’è stato un solo dialetto al bandolo dell’albanese, ma dialetti differenziati, che secondo lo Stadtmüller trovano poi un quadro configurativo unificante nella regione del Mati nel Medioevo.

Come i nuoresi e gli ogliastrini che resistettero alla africanizzazione dei Cartaginesi e alla completa latinizzazione dei Romani, gli Illiri restrinsero sempre più l’area di parlata dell’antica lingua materna. In molta parte della toponomastica albanese è chiara l’impronta della slavizzazione forzata (Ylli), così come l’onomastica mostra i chiari segni della turchizzazione (Bidollari), ne consegue che la vera ricerca da portare avanti nel confronto paleosardo e illirico antico sta nel lessico tanto più se dialettale. Anzi vorrei dire che ci sono all’interno della toponomastica sarda significanti che sono certamente stati paleoillirici, ma che purtroppo essendosi perso qui il significato e lì forma e significato, mai si potrà individuare il nesso: con ciò voglio dire che l’isolatezza della Sardegna centrale ha preservato molta più illiricità formale di quanta sia possibile trovare in Albania.
Può però a questo inconveniente soccorrere un altro strumento: quello di allargare il tiro a quelle aree ove si parlavano lingue non dissimili dal paleoillirico: la Macedonia, la Tracia, la Pannonia, il Norico. Partendo da qui ho trovato una prova inoppugnabile del fatto che in Sardegna si parlava una lingua indoeuropea e che questa aveva il tratto della balcanicità antica.
Nella rivista Quaderni Bolotanesi (rivista poco nota ma di elevata qualità) ho approfondito recentemente la relazione tra il nome Orolo ‘aquila’ dei Traci e molti toponimi sardi, oltre al misterioso sostantivo th-orolia ‘gheppio’, che presentano lo stesso segmento Orol-. Successivamente alla pubblicazione dell’articolo ho letto un saggio di R. Doçi, Çështje onomastike pellazge-ilire-shqpitare, all’interno del quale si sostiene che toponimi albanesi come Orlani, Orlat appartengono al nucleo originario dell’albanese, quindi dobbiamo prospettare anche per l’areale illirico una radice orol- come originaria per il referente ‘aquila’ (l’ orl diffuso in alcune aree arcaicizzanti è invece prestito slavo).

In un altro studio sulla stessa rivista sarda, ho poi trovato una spiegazione al’interno del Pantheon greco per il nome della piccola civetta locale, la thonca e ho scomodato la beotica (e pregreca) denominazione di Athena Onca.

Anche dal punto di vista morfologico, ho trovato nel mio saggio diverse correlazioni, ne prospetto alcune: il suffisso paleosardo -ci, -thi che trova spiegazione nel misterioso (Ҫabej-Xhuvani) suffisso diminutivo albanese -ci, -thi; la presenza di un suffiso -ore che va con albanese -ore; un suffisso -(i)tho per nomi di pianta che ritorna nell’albanese -thë; molti toponimi paleosardi finiscono in -min, -men (Assemini, Barumini, Nuraminis) come altrettanti illirici Delminium, Sarminium, Idiminium; particolarmente interessante la individuzione di un antico articolo preposto th- che trova conferma in alcune parole albanesi come th-ëngijll ‘carbone’, th-upër ‘asta, verga’ (Orel, Pisani, Ҫabej); e forse di uno posposto, giacché l’esistenza di eniu a fianco di eni, m’ha fatto subito pensare al suffisso postedeterminativo -u delle parole terminanti in -i nell’albanese.

Altre cose ci sarebbero da approfondire: le relazioni dei costumi, delle usanze, del mondo magico e religioso: per fare ciò bisognerebbe bypassare però secoli di comune convivenza col mondo greco-romano, che possono avere determinato, stimoli al comune sentire. Non starò a dire che il canto corale sardo (a cuncordu) trova straordinarie e stimolanti convergenze con la polifonia albanese, che il ballo tondo si ripresenta ancora particolarmente vivo nelle comunità arbërëshe, che il costume tradizionale albanese secondo il Lepore, studioso dell’ Epiro, trovava corrispondenza maggiore in quello sardo, che i castellieri istrioti possono avere un nucleo di convergenza con le messapiche specchie e i nuraghe preistorici di Sardegna.

A questo punto uno potrebbe chiedersi se i suoi sforzi sono stati premiati, se l’intelighentzia locale o nazionale si è accorta della giustezza di questa pista. A parte una recensione, garbata, del noto balcanologo Emanuele Banfi, dell’Università di Milano, nessuno in Sardegna (sono passati 6 anni dalla pubblicazione) tra gli studiosi mainstream ha fatto mai cenno al mio lavoro (si veda come controprova Google Scholar), anzi recentemente uno studioso catalano, che lavora in Sardegna, senza mai nominarmi, ha bollato il mio lavoro come indegno di essere citato. Un altro, che si è prodigato per NON farmi pubblicare, ricopre ora ben due incarichi universitari! La mia tesi che i paleosardi siano stati, come dire, civilizzati, da limitati nuclei di Paleoilliri, dall’Oriente europeo è palese che li ingolosisca molto poco: perché non sanno (né vogliono sapere) nulla di Albania, nonostante il link del sardissimo Antonio Gramsci. Ci vorranno decenni perché qualcuno si accorga delle scoperte concretate, e la ragione è dovuta al fatto che i custodi della cultura universitaria, in Sardegna come in Italia, hanno nipoti e nipotini, che per fare carriera devono dire sempre sì a loro.
 S.B.M.
Ghjovi u 19 di Farraghju 2015

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Limba Sarda Comuna:

Sardigna: una terra otzidentale cun raighinas de Oriente

Pro si faghere unu pàrrere personale de cale est sa raighina linguìstica e culturale de Sardigna cheret a s’ammentare argunos puntos de s’istòria e pro assemprare meda si podent faghere argunas domandas torrende simpres impostas chi sicuramente podet essere fintzas chi medas non cumpartzant.

Cale Crèsia at cristianizadu sa Sardigna? Sa Crèsia Orientale, Sa Crèsia Rega o Ortodossa, chi at àpidu ischissiura cun s’otzidentale in su 1054 ma in Sardigna a tretos est esistida assalumancu comente ausios liturgicos de impreu de sa limba rega fintzas a su 1200.

Sos giudicados fiant istitutziones bizantinas? Eja e in orighine de giudicados bi nd’aia un’ebbia in Sardigna est a narrere s’Ippatos de Casteddu e a pustis pro resones dinasticas nde sunt nàschidos bator.

Sa Barbàgia o Arvaria proite si mutit gosi? Ca s’Impèriu de Oriente no aiat in custos territòrios funtzionàrios e tando sa gerentzia de su podere fiat afidada a sos capos de sas tribùs. Su nùmene est dèpidu peri a su fatu chi custas populatziones montagnina de Sardigna impreaiant un’àtera limba est a narrere su nùmene Barbàgia pro sos bizantinos fiat fintzas unu discriminatzione linguìsticu.

Fintzas a cando sa Crèsia Orientale est esistida in Sardigna? S’ùnica Crèsia esistente in Sardigna de Santu Giuanni Crisostomo su babbu de sa liturgia de sa missa ortodossa, sos muristenes de s’òrdine de sos basilianos presentes in Casteddu peri a pustis chi sa Crèsia Rega fiat istada dispatzada, vàrios documentos in pitzu de sos ausios de sa Crèsia in s’Edade de Mesu, mustrant ca sa traditzione rega est arrumbada peri a pustis in Sardigna. Sa Crèsia Sarda est una crèsia de cultu regu e de ritos latinos e sos santos pertochent a su menologiu regu comente Santu Gantine, Santu Basile e gasi sighende.

Cales costùmenes s’amigiant a sos sardos? Su costùmene prus simigiante est sa fustanella rega chi est istada dada a sos regos dae sos arvanitas est a narrere sos predoricos o albanesos de Grètzia chi sunt sos eretzeris de su popolu pelasgicu o pelaicu. Su cantu a tenore sardu est simigiante a su Kenge Labe de s’Albania e su ballu tundu esistit aguale in Albania. Medas paràulas sarda prelatinas sunt aguales o meda simigiantes a sa limba ghega est a narrere sa limba albanesa de su Nord de s’Albania e de su Sud de sa Jugoslàvia. In custa terra a trinta chilòmetros dae Iscutari esistiat sa tzitade de Sarda e sa tribù de sos sardiates.

Dae in ue est arribadu su pòpulu sardu? Segundu Erodoto dae sa Lidia sunt partidos sos tirrenos est a narrere sos etruscos e sos sardos. Istene de Bisàntziu su prus mannu istòricu e geògrafu de Bisàntziu bìvidu in su de VII sèculos a pustis de Cristos naraiat ca sos sardos s’assimigiaiant petzi a sos albanesos ebbia.

Chie fiant sos pòpulos frades de su sardu antigu? Sos sardos fiant unu pòpulu tìmidu fintzas dae sos egìtzios ca lòmpinat dae mesu de su pelau cun sas naes issoro e non los firmaiat nemos. Sos frades issoro fiant sos pòpulos de su mare est a narrere sos pelasgicos o regos predoricos oe sos arvanitas e sos albanesos, definidos fintzas illiricos, e sos etruscos, custos mutidos gente de cherbeddu chi si nche sunt ispèrdidos, e no esistit prus sa limba etrusca, dae su tempus de s’Imperadore Augustu ca aiant fatu su seperu polìticu de su fùndere cun sos romanos e non pro nudda in pitzu de sos de sete res de Roma tres fiant etruscos.

Comente bi semus revèntidos a no nos faghere conchistare dae sos àrabos? Gràtzias a s’agiudu de sa frota franca in su de IX sèculos a pustis de Cristos ca s’Impèriu de Oriente fiat giai in crisi e s’Ipatos de Casteddu pagaiat a su Bey de Tunis sa giziah est a narrere una tassa pro podere praticare sa fide cristiana. Ma s’anneu prus mannu de sos francos in antis, e de sa Crèsia Latina a pustis, fiat de privare in onni manera chi sa Sardigna esseret torrada in s’òrbita de sa traditzione bizantina.

Sa Sardigna fintzas a cando faeddaiat una limba non neolatina? In Barbàgia o Arbarè ant faeddadu sa limba antiga fintzas a cando esistiat sa Crèsia Rega est a narrere fintzas a su milli a pustis de sa nàschida de Cristos.

Sa Sardigna est latinizada a su 100%? Nono ca mescamente in Arbarè s’impreant galu medas paràulas prelatinas.

E tando suta relatamus custu iscritu torradu cun sos tèrmines non neolatinos, chi s’impreant galu in medas biddas de Arbarè, e lu iscrimus cun sa grafia albanesa e bidimus chite b’essit. Sa tradutzione de suta, mancari non diat pàrrere a medas, est semper sardu e de sintassi antiga e est su barbaritzinu antigu mutidu fintzas arvaresu.

Leghide-bos-lu e averguade segundu bois cale podet essere sa raighina de Sardigna e torrade-bos bois s’imposta ca su pàrrere est su bostru.

Deo unu pàrrere miu mi l’apo giai fatu e est chi sa Sardigna e sa cultura sarda oe est latina e otzidentale ma cheret fintzas a annanghere ca at su verteri atrempiu suo in su mundu predoricu, pelasgicu e illiricu e in sa traditzione cristiana orientale e bizantina.

Goia arvaresha:

Shara Arraichara Arvareshara è Shardinna (*)

Po bautie emmo un’isoniu vesonale è cieshe eshte sh’arraicha è sha goia peri è sha cultura è Shardinna xhuchidhe tommie emmo a tamara axhicara picara è sh’ishtoria meme po bautie un’anichru tiau emmo poshtemadhe bautie axhicara circeshara dasandu shimprere certara chi, munidhi peri ja-ese, chi medhara uncu meindasane.
Cieshe eshte sha Cezha chi cadhe bautiu crishtanna sha Shardinna? Sha Cezha anadhola grecishca ortodosa, chi cadhe apiu sh’iscosura me sha Cezha Irmurruina inde shu 1054 (mixhi pashedeche me canteri) ama inde Shardinna sha grecishca anca coha eshte a varraa nessis si regulara è liturxhija è xhura è sha goia arrechia adheri anca shu 1200 (mixhi me dinicinti).
Shuru xhuxhere ja-viana xhurara è Bishanxiu? Emmo peri inde afilonju è xhura è xhuxhere dui cishtiadha pexi uni inde Shardinna dia tommidhi sh’Ipatos è Calara meme papasha po arreshonere è shoxha inde ja-shene pariuru canteri.
Arvarè pogjite emmo lumenadha ashì? Pogjite shu mereperadhore anadholu uncu cishtiadha inde cushara eco tocara xhurteriri meme intarasha sh’aminishtaxione è shu muninju ja-viadha dasaa anca shuru urdiminjeriri è shuru shtaturu. Shu lumene eshte xhuchiu peri anca shu bautiu chi cusara eco populaxionere maleshinara è Shardinna inxhurtaiane uni tetera goia dia tommidhi shu lumene po shuru bixhantinuru ja-viadha uni ferce inde sha falega.
Adheri anca tammasha eshte a varraa sha Cezha Arrechia inde Shardinna? Sha pexipara chezha è Shantu Gjiianne Crisostomos shu babai è sha liturxhija e sha misa ortodosa, shuru murishtenere è shu urdimminjonju vashilanu ceshte inde sha cidha è Cala (oshinduca Cashtedu) è Calara peri papasha chi sha Cezha Arrechia ja-viadha inedaa, axhicuru paperiri è sha liturxhija è sha cezha inde shu mesidhadhe detorane ca sha liturxhija arrechia eshte a varraa peri papasha inde Shardinna. Sha Cezha sardanna eshte uni cezha è cultu arrechiu meme è liturxhija litarra meme shuru shanturu ja-shene è shu menoloxhiu arrechiu si Shantu Gaine, Shantu Vasili meme ashì baidhandu.
Cieshere xiponere shimixhana anca shuru shardannuru? Shuru xiponere manne shimixhandu eshte sha fushtanella arrechia chi eshte dasaa anca shuru arrechiuru inca shuru arvanitara dia tommidhi shuru paradoricuru ashinduca shuru shcopidhannuru è Arrechia chi ja-shene shuru reteriri è shu popullu pelaichu.
Shu “cantu a tenore” shardannu eshte uni cantu medha shimixhandu anca shu “Kenge Labe” shcopidhannu peri shu ballu inde shu oru dui eshte barrabarrasha inde Scopinni. Isume falegara shardannara ja-shene barrabarrasha oshinduca medha shimixhandu anca sha goia gega dui tommidhi sha goia scopidhanna è shu Veriu è Scopinni meme è shu Shushu è sha Jugoslavija. Inde cusa eco toca anca terideche cilometruru inca Scodhora dui ja-viadha sha cidhadi è Sharda è sha banda è shuru shardiatere.
Inca cue eshte imberrinau shu populu shardannu? Sichunde Erodotu inca sha Lidhua ja-shene itiuru shuru tirrenuru dia tommidhi shuru etruscuru meme shuru shardannuru. Istene è Bisanxiu shu manne medha ishtoricu meme xheografu è Bisanxiu chi cadhe idhiu inde shu è shtatu sheculuru anca papasha è Crishtos falegaiadhe ca shuru shardannuru emmo asimixhaiane pexi anca shuru shcopidannuru pexiparu.
Cieshe ja-viane shuru populuru aveduru è shu populu shardannu vrecu? Shuru shardannuru ja-viana uni populu timiuru pej shuru exhixiuru pogjite imberrinaiane inca shu meshu è shu pelau me shara anaere isoro meme noni uncu uru arreaiadhe. Shuru aveduru isoro ja-viana shuru populuru è shu pelau dia tommidhi shuru pelaichuru oshinduca arreguru paradoricuru shutoje shuru arvanitara oshinduca scopidhannuru, xhanniuru illiruru, meme shuru etruschuru, cusuru eco xhanniuru gjinnia è torronuru chi emmo ince ja-shene cirriauru meme unu dui eshte manne sha goia etrusca pej coha è shu Peradhore Augushtu ca caiane bautiu sh’irgjerda politica è emmo xhunxhonju me shuru litarruru meme uncu po axhicha impitu è shtatu merere è Roma teri ja-viana etrushcuru.
Si ja-shemuru arreventiuru anca uncu nuru bautie xhannimie pej shuru araburu? Shuncurru anca shu axhitoriu è sha frota franca inde shu sheculu nande papasha Crishtos ca sa Meria Anadhola ja-viadha axhomai inde shu trubulline meme shu Ipatos è sha cidha è Cala è Cashtedu è Calara pagaiadhe anca shu Bey è Tuniri sha xhixiah dui tommidhi uni tasa po munie anca cae galu sha feia crishtanna. Ama shu anneu manne medha è shuru francuru para, è sha Cezha Litarra anca papasha, ja-viadha bautie liminarju inde cineshuna manera chi ja-ese Sha Shardinna bavetia inde sha gorropa è sha furtia è Bisanxiu.
Sha Shardinna adheri anca tammasha falegaidhe uni goia uncu litarra? Inde Arvaria cane falegau sha goia vreca adheri anca tammashna dui ja-viadha sha Cezha Arrega dui tommidhi anca shu mixhi papasha shu leme è Crishtos.
Sha Shardinna eshte litarra anca shu cinti po cinti? Uncu ca, manneca inde Arvaria, emmo imperane falegara paralitarrara.
Peri intarasha indenè cusu eco ishcritiu redhuiu me shara falegara uncu litarrara, chi emmo imperane inde medhara bandara è Arvarè, peri ishcritiamuru me sha grafia shcopidhanna meme pompiamuru gjita daeleadhe. Sha sidia è poshodu, uncu diadhe anca parie anca medhara, eshte gjitianu shardannu meme è falegara vrecara meme eshte shardannu vrecu xhanniu peri arvareshu. Lixhixhiri-juru-u meme vrammaxhiri sichunde juru cieshe mundidhi ja-ese sha arraicha è Shardinna meme bavetixhiri-juru sha certa ca sh’isoniu eshte shu è jone.
Unjeo un’isoniu mu mi-u capo bautiu meme eshte chi sha Shardinna meme sha cultura shardanna è sutoje eshte litarra meme irmurruina ama diadhe intasha anca shtresiae ca cadhe sh’atrempiu paralitarru è verteri su inde sa bota paradorica, pelaicha, illira meme in su cuerru crishtannu anadholu è Bisanxiu.


(*) leghe: Shas Arraichas è Shardinna ca in sa limba antiga su rotatzismu de sa essa fiat prevalente.

 Andria de Casteddu
Sàbatu u 16 di Lugliu 2016

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Nosatrus Sardus tenemus mera cori i stima i arrespettu po is fradis Corsos!
Boleus tottus duas Repubricas: de Corsica i de Sardigna

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